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Croazia, terra di fenomeni: le imprese nello sport

Ivanisevic e i 150mila di Spalato

“He did it”. Così i telecronisti di mezzo mondo hanno commentato la favola di Goran Ivanisevic, che il 9 luglio 2001 ha scritto una delle pagine più memorabili nella storia dello sport. Il croato, numero 125 del ranking ATP e invitato a Wimbledon grazie a una wild-card, vinse per la prima volta il Championships, sfatando un tabù che lo aveva visto perdere in finale in tre occasioni, nel 1992 contro Agassi e nel 1994-1998 con Pete Sampras e diventando un eroe nazionale. Ivanisevic torna in Croazia con il jet privato di Bernie Ecclestone e della moglie Slavica, amici del suo manager Ion Tiriac. L’accoglienza all’aeroporto è da eroe di stato, ma ancora meglio è il giro in barca davanti alla baia di Spalato, la sua città. Il ‘Dalmatinski dispet’ (il dispetto della Dalmazia, ndr) come viene chiamato dai suoi concittadini, viene accolto da circa 150mila persone in totale delirio. Tra di loro anche campioni come Boban, Stimac e Kukoc. Ivanisevic indossa una maglia dei Nets con il numero 3 di Petrovic, mentre i tifosi vestono una t-shirt con la scritta ‘I’m a genious’ in risposta alle provocazioni di John McEnroe, che aveva descritto il croato come un tennista limitato al serve & volley, già apostrofato come “idiota” dallo stesso Ivanisevic. Goran, che ammetterà di non aver dormito per oltre 48 ore, viene celebrato dall’aviazione croata e dal Premier Ivica Racan, che lo cita come esempio per un popolo che sta imparando a camminare da solo. “Sto sognando e non voglio svegliarmi. Non mi importa più nulla se non vincerò più una partita”, dirà Ivanisevic. Quello di Wimbledon, in effetti, fu l’ultimo trionfo della sua carriera…

Fonte: SkySport

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