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Milan, Kakà verso l’addio: il suo futuro è al San Paolo

RIO DE JANEIRO – Kakà lascia il Milan: sta per diventare un calciatore del San Paolo. Il padre procuratore, Bosco, avrebbe raggiunto l’accordo col club paulista, dove il giovane Ricardo cominciò la carriera, prima di passare al Milan nel 2003. Il precontratto, riferisce la Folha di San Paolo, è già stato preparato dai legali e attende solo la firma del calciatore. La formula sarebbe quella del prestito fino a dicembre. A gennaio comincerà un’altra avventura nel campionato nordamericano, la Mls, con la maglia dell’Orlando City: in eccezione al tetto degli ingaggi dovrebbe guadagnare circa 8 milioni di dollari l’anno per altre due stagioni. L’ormai ex rossonero si trova già in Brasile, dove ha preso parte a un evento del suo sponsor, la Adidas, al circolo del Flamengo: qui ha affrontato i principali temi del Mondiale, senza annunciare l’imminente addio al Milan.

Kakà, è vero che sta per lasciare l’Italia?
“In questo periodo si fanno mille speculazioni, è sempre stato così. Ci sono abituato. Per il momento l’unica certezza è che a luglio mi devo presentare al ritiro del Milan”.

Non è pentito di avere tentato la carta della serie A, per cercare di raggiungere invano la sua quarta Coppa del mondo?
“Io ho fatto tutto quello che era nelle mie possibilità, poi Scolari ha fatto altre scelte. E’ chiaro che giocare un Mondiale come questo, in Brasile, era un’occasione irripetibile. Ma non ho alcun rammarico, più di così’ non potevo fare. Ora faccio un gran tifo per la Seleçao e mi godo i miei figli e i miei amici. Diciamo che sto vivendo il Mondiale in un altro modo, dopo averne vissuti tre da protagonista”.

Il calcio italiano, però, è in crisi: la Nazionale è uscita al primo turno, come Inghilterra e Spagna.
“Non so spiegare il perché di queste tre eliminazioni così rapide. Quando succedono queste cose, non c’è una sola componente: possono essere determinate da questioni tecniche, tattiche, fisiche, climatiche. Di sicuro l’Italia e l’Inghilterra sono finite in un girone molto complicato. Il Costarica è la grande sorpresa di questo Mondiale, non è  un caso che abbia vinto il gruppo”.

Anche Capello, un simbolo del Milan e del calcio italiano, è già tornato a casa con la sua Russia.
“Non ho seguito abbastanza la preparazione della Russia, per potermi sbilanciare su quello che è successo. Secondo me, Capello resta un allenatore vincente. Continuo ad avere molta ammirazione per lui, non è questo risultato che mi fa cambiare idea. La verità è che in un Mondiale ci sono tante situazioni difficili da prevedere, particolarmente in questo”.

Al Brasile manca un leader di esperienza.
“Può darsi che avere in rosa qualcuno che avesse giocato gli scorsi Mondiali potesse essere utile. Ma non lo considero un fattore decisivo. La Seleçao ha molti giocatori esperti, in grado di fare la differenza con la loro abitudine ai principali campionati europei e alle coppe”.

Si può vincere un Mondiale senza un vero centravanti?
“A parte che Fred è un ottimo giocatore, non sempre nascono fuoriclasse come Ronaldo e Romario. Comunque c’è Neymar, che sta dimostrando grande maturità”.

La sfida è tra lui e Messi?

“Stanno giocando molto bene, come anche James Rodriguez della Colombia. Soprattutto sono due campioni abituati a reggere la pressione. Credo che possano crescere ulteriormente nella fase a eliminazione diretta. Ma occhio alle europee, anche se le sudamericane stanno andando benissimo”.

Qual è la rivale più pericolosa per la Seleçao?
“Direi la Germania. Lo dice la storia. E poi questa squadra è molto equilibrata, è ben preparata ed è il frutto di un campionato molto competitivo e in ascesa. I risultati che i tedeschi stanno ottenendo qui hanno un’origine chiarissima, non c’è nulla di improvvisato”.

Kakà, ha mai avuto la tentazione di mordere qualcuno?

“Perdendo Suarez, il Mondiale perde un grande protagonista. Anche l’Uruguay perde tantissimo, ovviamente. Da spettatore mi dispiace molto. Comunque no, non ho mai avuto quella tentazione”.

Fonte: Repubblica

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