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Rino Zurzolo è…

Rino Zurzolo è il contrabbasso…

di Carlo Ferrajuolo

Grande emozione e tantissima gente alla manifestazione Disco-Days al Palapartenope di Napoli (foto di Riccardo Piccirillo e Paola Cimmino). In lacrime di gioia e commozione Marco Zurzolo ed una emozionatissima moglie Valentina Crimaldi hanno ricevuto dagli organizzatori Nicola Iuppariello e Vincenzo  Russo la consegna del Premio DiscoDays  al celebre musicista, contrabbassista ed artista di livello europeo Rino Zurzolo per la sua versatilità ritmica,  perfetto connubio tra musica mediterranea, world music, etnica, funk e jazz.

In occasione del ritiro del premio, l’etichetta Suoni del Sud di Peppe Ponti ha presentato in anteprima “Rino Zurzolo è”  il lavoro discografico in onore di questo maestro partenopeo con all’interno un bellissimo poster firmato. Una compilation dove rappresenta Rino insieme a tanti musicisti eccellenti come Tullio De Piscopo, Joe Anoruso, Elisabetta Serio, Ciccio Merolla,  James Senese, Gianluigi di Franco, Andrea Parodi, Enzo Gragnaniello, Riccardo Zappa, la stessa Valentina Crimaldi e Francois Chassagnitte. 

 Una raccolta di alcuni suoi brani più celebri, che lo hanno distinto nella sua lunga carriera artistica. A presentare il disco, sul palco del palapartenope c’era lo speaker Gigio Rosa, il collega giornalista Carmine Aymone, Marco Zurzolo, il giornalista Alfredo D’Agnese, che ha anche scritto la prefazione del lavoro discografico, la pianista Elisabetta Serio, il percussionista Ciccio Merolla e il produttore Peppe Ponti. Da quando questa icona ci ha lasciati  a soli 58 anni, la cosa migliore da fare è probabilmente ricordarlo proprio attraverso la musica e l’incredibile energia vitale che ogni suo brano sprigiona. Zurzolo seppe essere un musicista e un compositore atemporale, capace di guardare agli sviluppi della musica napoletana con la stessa attenzione con cui guardò, sempre, a quanto era accaduto prima che egli apparisse sulla scena. Rino fu sempre spinto da un inesauribile dinamismo, studio e creatività ad inserire nella sua musica sia le radici del jazz, sia la world music, il suono dell’Oriente e la scuola afroamericana, contaminazioni arabe, l’antico sound spagnolo e lo stesso ritmo napoletano, fondendo in modo mirabile tutti questi linguaggi, con un risultato finale al cui equilibrio poteva giungere solo un compositore eclettico, sapiente, attento e lungimirante come egli fu; senza abbandonare lo studio e le armonie dei madrigali e il contrappunto di Bach e Stravinskij di cui era particolarmente innamorato. Rino, nella sua vita artistica è riuscito, come pochi, a far assaporare il tufo di quella Napoli piena di contraddizione, dove il suono del suo contrabbasso, che solo lui sapeva accarezzare e percuotere, pizzicare e far parlare. 

Ragazzino prodigio già all’età di tredici anni  i primi provini con i Batracomiomachia, venne a contatto con altri ragazzi napoletani che facevano musica: i membri del complesso erano Enzo Ciervo, Enzo Avitabile, Rosario Jermano, Paolo Raffone e Pino Daniele. Nel 1974 si congiunse nei Città Frontale con Lino Vairetti fino ad arrivare a suonare con Pino Daniele a fianco di James Senese, Karl Potter e i vecchi compagni nell’album Pino Daniele; insieme a Tony Esposito, Tullio De Piscopo e Joe Amoruso in “Vai mo’”; con Alphonso Johnson, Naná Vasconcelos e Mel Collins in Musicante; a lato del fratello Marco, di Steve Gadd, Mino Cinelu e Gato Barbieri in “Ferryboat” e nei dischi ed esibizioni dal vivo con Enzo Gragnaniello, oltre alle collaborazioni con Pino Daniele e con i musicisti che questi radunò per le sue incisioni, Zurzolo fu sul palco o in sala di incisione insieme a Chet Baker, Don Cherry, Billy Cobham, Vladimir Denissenkov, Toots Thielemans, Trilok Gurtu, Bob Berg e tanti altri. L’artista suonò anche a supporto di musicisti italiani, fra i quali Giorgio Gaber, Mia Martini, Giorgia e Riccardo Zappa. La musica di Rino è viva, moderna, attuale, contagiosa, viscerale, perché la sua impronta artistica scolpita anche nel cuore di tanti giovani che si apprestano a studiare il contrabbasso o il basso elettrico, perché le sue composizioni sono talmente moderne come un’opera dei nostri giorni. Il compito dei futuri musicisti è quello di ascoltare e non dimenticare l’arte di questo signore del contrabbasso.

Carlo Ferrajuolo


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