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Accadde oggi: quando Edmundo scappò al Carnevale

Sembrava danzasse in quei primi secondi di gioco, e probabilmente era davvero così: si stava preparando alla festa. “Ancora poche ore e sarò al Carnevale di Rio”, pensava Edmundo volteggiando sul pallone. “Aspetta un po’ che punto Costacurta per riscaldarmi…”

7 febbraio 1999, al Franchi si gioca Fiorentina-Milan e non è una partita qualsiasi. I viola allenati da Trapattoni hanno da poco girato in testa alla classifica al termine del girone d’andata, a +3 su Lazio e Parma che si sono appena affrontate nello scontro diretto (quello del tacco di Mancini) e con Batistuta capocannoniere che segna ed esulta a raffica: 17 gol in 17 partite, il record di Angelillo che vacilla sul serio, si dice. Il Trap, da bravo equilibrista, ha trovato il modo di costruire un tridente delle meraviglie con Edmundo e Oliveira accanto a Batistuta; dietro di loro ragiona Rui Costa, sulle fasce sgobbano Torricelli e Heinrich, e a supportare il tutto un buon nucleo di giocatori bravi a fare legna. Ma quel Bati là davanti fa la differenza, eccome se la fa.

È rimasto a Firenze in seguito a uno di quei “patti scudetto” che ogni tanto si fanno negli spogliatoi, e stavolta sembra davvero l’anno buono. Non mancano gli attriti, perché tutti sanno che Batistuta e Rui Costa non sopportano Edmundo e i suoi atteggiamenti, specie quando, indolente e apparentemente disinteressato, prende palla e inizia a danzare. Ma, l’ha detto anche il Trap lavando i panni sporchi davanti a tutti, “per vincere non è necessario andare a letto o a cena con i compagni”. Però se loro non vanno al Carnevale forse è meglio.

Fonte: SkySport

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