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Napoli ricattato dagli ultras, i pm: ‘Un piano contro De Laurentiis’

Scontro aperto fra gli ultras del Napoli e Aurelio De Laurentiis. Un gruppo di 700 curvaioli non canta allo stadio, minaccia chi lo fa, accende fumogeni e insulta per 90 minuti durante le partite il proprietario del club. E per chi non canta contro di lui scatta la punizione: così è nata la rissa domenica sera contro il Milan. 

CONTROMOSSA – Ieri De Laurentiis era negli uffici del questore Alessandro Giuliani a chiedere conto dei filmati delle telecamere (oltre 200). La sua battaglia contro l’illegalità è iniziata bandendo biglietti e favori agli ultras, schierandosi dalla parte delle forze dell’ordine e sponsorizzando il modello inglese senza timore di ritorsioni. Ora non ci pensa proprio a modificare il regolamento dello stadio per favorire l’ingresso di bandiere e tamburi. Sempre secondo il Corriere della Sera, darà in prestito al Comune capitan Di Lorenzo per un video-appello contro i monumenti dipinti di blu. 

I PM – Intanto, come si legge su Il Mattino, la Procura di Napoli sta indagando sugli scontri tra due storici gruppi della Curva B. L’indagine condotta dai pm Battiloro, Castaldo, De Falco, De Simone, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Sergio Amato, si batte su due ipotesi di accusa: violenza privata ed estorsione, che sarebbero stati consumati nei confronti di quanti non hanno potuto sostenere la propria squadra (magari costretti a girarsi di spalle rispetto al campo o a lasciare i propri posti a un segnale concordato), ma anche nei confronti della stessa Società Sportiva Calcio Napoli, ora più che mai alle prese con frange di hooligans che governano le curve.

LA DIGOS – Il capo della Digos, il primo dirigente Antonio Bocelli si è già messo al lavoro. Da un lato c’è il divieto di portare allo stadio bandiere e fumogeni non autorizzati; dall’altro la decisione di creare un evento ufficiale in vista di una eventuale festa scudetto a Napoli. Due realtà in cui la società non fa sconti, forte dell’asse creato con la Questura e con il Comune di Napoli. In sintesi nessuno sconto ai teppisti di professione (e a quanti non rispettano le regole), nessuna interferenza nella gestione degli eventi, niente trattative con i mestieranti delle curve. 

ESTORSIONE? – In questo scenario si sta consumando quella che potrebbe diventare una sorta di estorsione ai danni del Napoli. Sono una quindicina i capi ultrà finiti nel mirino della Digos, come presunti responsabili della rappresaglia consumata durante Napoli-Milan. C’è chi ricorda che “la piazza è nostra“, a proposito della volontà del comitato in Prefettura di creare un evento a numero chiuso (con tanto di prenotazioni) tra la basilica di San Francesco da Paola e Palazzo Reale. Poi c’è chi sgomita per la gestione di interi lotti delle curve. Una battaglia di potere per il potere.

Calciomercato.com

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