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L’analisi di Maurizio de Giovanni: “Sosta benedetta, ma senza Callejon”

Una volta tanto la sosta non sarebbe stata un’interruzione spiacevole sul cammino del campionato. Non l’avremmo vista poi così male, non sarebbe stata fastidiosa come in genere risulta al tifoso che vede alterati i propri ritmi biologici del fine settimana, incentrati come sono sulla partita del Napoli e sul ragù. Non sarebbe stata impeditiva, perché dopo l’infortunio di Milik Sarri avrebbe potuto mettere a punto il motore della sua meravigliosa macchina da guerra.
Predisponendo coi suoi maniacali allenamenti i movimenti e la mentalità delle eventuali alternative al Folletto Belga. Ma siccome la fortuna è cieca ma la sfiga tutt’altro, ecco che perfino l’ineffabile Lopetegui, commissario tecnico della celebrata Spagna, si accorge finalmente del valore del nostro Callejon e dopo averlo ignorato colpevolmente per quasi un anno lo richiama ai suoi ordini. Per carità, siamo fieri di Calleti e felici della sua felicità, ma proprio ora ci saremmo sentiti molto più sereni a saperlo a Castel Volturno a studiare da centravanti, lui che la porta la vede eccome e che in carriera da punta centrale ha giocato, addirittura con la maglia merengue. Inutile lamentarsi, comunque. La sosta per la gran parte degli azzurri sosta non è, lo sappiamo bene. E prima c’è la partita contro l’acido e scivoloso Cagliari, ostacolo che dovrà essere superato se si vuole approdare al ciclo terribile che seguirà la pausa, quando in sette giorni il Napoli dovrà andare a Roma a misurarsi coi giallorossi di Di Francesco e Dzeko, a Manchester per giocarsela contro il City orfano di Aguero ma sempre fortissimo per poi ricevere al San Paolo la riposata e cinica Inter di Spalletti. Futuro remoto per Sarri e i suoi. Ora appunto arrivano i rossoblù, squadra non facilmente decifrabile dalle ondivaghe prestazioni, capace di fasi di gioco interessanti e di lunghe pause balbettanti. Sappiamo che per antiche ruggini che dovrebbero ormai essere dimenticate per i cagliaritani questa partita non è come le altre: la tifoseria pretende dai propri giocatori e dal tecnico di non fare brutte figure, e lo scorso campionato ha invece visto gli isolani sommersi da una valanga di gol. E’ perciò intuibile che il contesto psicologico vedrà Rastelli proporre in campo una compagine guardinga e coperta, aggressiva e determinata, caratteristiche queste che, com’è noto, danno fastidio al Napoli. Ma la differenza di valore tecnico e di obiettivi fa sì che il fattore campo vada assolutamente rispettato. Il Napoli non può permettersi, proprio in vista del cammino che l’aspetta, inciampi. La partita andrà perciò sbloccata prima possibile, per evitare che la rottura del gioco, lo spezzettamento del flusso delle azioni e la durezza degli interventi abbiano la meglio. Un gol presto, insomma, e staremo a vedere come il Cagliari dovrà cambiare strategia lasciando ulteriori spazi ai mangiatori d’erba che gli azzurri schierano in prima linea. Se le cose verranno messe in discesa, peraltro, potrebbe configurarsi l’occasione di cominciare a fare in campionato quello che il mister sta provando in allenamento: vedere come funziona quando Mertens deve tirare il fiato. Manca una ventina di partite a gennaio, quando sarà eventualmente possibile aggiustare le cose sul mercato; è impensabile che il belga le possa giocare tutte per intero. Callejon, ma anche Ounas e il giovane Leandrinho sottratto alla Primavera e in panchina oggi, andranno adeguatamente testati per scegliere chi sarà il Folletto della nuova stagione. In attesa di Inglese, o di chi per lui.

Maurizio De Giovanni per il Corriere del Mezzogiorno

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