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Chievo-Udinese 1-1, un punto che accontenta tutti

VERONA – Gallina vecchia… dice l’antico adagio fa buon calcio. Ma sì mettiamola così,  a misura di Pellissier e di Di Natale. Uno segna e l’altro con un solo guizzo colpisce il palo. Spesso e volentieri il totem friulano ha fatto male al Chievo, stavolta è il montagnard a mettere il suo sigillo con un gol da grande rapinatore d’area. Pellissier e Di Natale, così lontani (per origine geografica) e così vicini. Così vicini alla pensione, purtroppo, aggiungiamo noi. Avvio bruttissimo, tra specialisti del contrasto: in mezzo ci vorrebbe l’Onda Verde, un vigile anziché un arbitro. Volete l’esempio: il duello Hetemaj-Allan, da Caccia al ladro (di palloni). Poi c’è la paura dell’ospite e la predisposizione alla lotta della squadra di Maran. Insomma: un incantesimo addormenta presto la partita. Ci vuole il “bacio” di un Principe azzurro, o – per gli ospiti – un fulmine a ciel sereno, dopo 39′ di gioco- per scaldare il pomeriggio assolato del Bentegodi.

“E’ bello fare gol” dice alla pausa il capitano di lungo corso, unico valdostano della nostra serie A. Il suo gol sembra scrivere una favola. E’ il bacio infatti che sveglia una partita non bella ma certamente addormentata. L’intesa con Meggiorini – sempre più uomo assist – porta al graffio che l’Udinese, scesa in veneto ferita nell’onore e nella classifica dai ceffoni siciliani a domicilio, subisce. Prima del gol,  39′ che fanno rimpiangere di non aver preferito una giornata al mare al rito del pallone.  Pellissier firma la fuga gialloblù con un gesto da attaccante purissimo: cross dal fondo del compagno di linea, e il vecchio marpione si getta in spaccata a deviare, tocco sporco ma efficace, Karnezis è battuto. L’Udinese degli ex viene le streghe: e la squadra fatica, Stramaccioni mette Geijo e ancora attende a mettere il totem Di Natale. Reazione, sì, ma il Chievo risponde colpo su colpo. Dice Pinzi alla fine: “Aggiungere un’altra batosta dopo le due appena subite ci avrebbe davvero inguaiato. E’ un momento difficile: e il Chievo è sempre un avversario non facile”.

Non facile, aggiungiamo, perché ordinato e organizzato, in salute e in fiducia. Radovanovic è un leader silenzioso, così in avvio di ripresa è più la squadra di casa a insistere che l’Udinese a cercare il pareggio. Stramaccioni mette Geijo e boccia Fernandes cui aveva chiesto di fare l’attaccante senza compiti di copertura. Ma forse un centrocampista duttile come il portoghese fatica a snaturarsi… Geijo va a fare a sportellate in area con i corazzieri d’area veneta; e rincorrendo un pallone messo in mezzo da Thereau, costringe Cesar a infilare la sua porta con il più classico degli autogol. Il minuto è il 72′, e poco prima il redivivo Di Natale, chiamato finalmente in causa, ha mostrato il suo killer istinct con una girata improvvisa che scavalca Bizzarri e si infrange sul palo. Unici squilli per un’Udinese tesa, quasi irriconoscibile.
Sull’1 a 1 è pronto pure il classico finale delle favole: vissero tutti felici e contenti… Invece nella coda si annida il veleno. Zukanovic che ne sa di favole? Nulla i direbbe se l’interessantissimo esterno di Maran si coordina su una corta respinta, all’ultimo assalto scaligero, e a lascia partire un bolide che – con Karnezis statuario – finisce sul palo. Paloschi sì che conosce le favole: si attorciglia a un metro dal gol e tira sul ginocchio di Karnezis. Risultato giusto e finale da favola salvato.

Chievo Verona: Bizzarri 6,5 –  Frey 6,5, Dainelli 6, Cesar 5,5, Zukanovic 6,5 –  Izco 6, Hetemaj 6, Radovanovic 6,5, Birsa 5,5 (69′ Schelotto 5,5) –  Meggiorini 6,5 (61′ Botta 5,5), Pellissier 7 (59′ Paloschi 5,5). Allenatore: Maran.
Udinese: Karnezis 6,5 – Danilo 6, Bubnjic 5,5 (60′ Di Natale 6), Piris 6 – Widmer 5,5, Allan 6, Pinzi 5,5, Pasquale 5,5 –  Kone 6, Fernandes 5,5 (46′ Geijo 6) – Thereau 6 (74′ Badu 6). Allenatore: Stramaccioni.
Arbitro: Massa 6 di Imperia.
Reti: 39′ Pellissier, 72′ Cesar (autogol).
Note: ammoniti: Cesar, Meggiorini, Danilo, Pinzi, Allan, Fernandes. Recupero: 2′ e 3′.

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Fonte: Repubblica

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