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Udinese-Napoli: confronto impari, ma non scontato

Higuain 29, Udinese 26. E’ il numero che meglio inquadra la distanza reale che c’è tra il Napoli di Sarri e l’Udinese di De Canio. Non a caso è quello più ricorrente nelle presentazioni della prossima sfida al ‘Friuli’. Ma ce ne sono tanti altri che rendono l’idea di quanto il confronto assomigli a una sorta di Davide contro Golia. Il Napoli ha più del doppio dei punti dell’Udinese in classifica (67 a 31); è la squadra che ha perso meno partite, 3, mentre l’Udinese è uscita sconfitta esattamente nella metà delle gare giocate (15); il Napoli ha fatto 62 gol, l’Udinese 26; la squadra di Sarri ha subito 24 gol, l’Udinese 45.

Il cambio sulla panchina dell’Udinese è la prova della situazione difficile nella squadra friulana. Una decisione presa tardivamente, soprattutto rispetto alle speranze di un improbabile colpaccio con la Roma.

Ma alla fine De Canio è tornato a Udine con l’intenzione di giocarsi al meglio le speranze di conferma. E dopo il pareggio contro il Sassuolo sogna lo sgambetto al Napoli di Sarri, la squadra che fino a poche settimane fa seguiva con ammirazione per due canali televisivi campani. Il mister, quindi, conosce bene gli avversari e il lavoro che ha portato avanti con i suoi in questi dieci giorni è stato assolutamente mirato.

D’altro canto, anche ieri sera ha ripetuto al canale ufficiale che “le partite vanno giocate, cominciano tutte 0-0 e ognuna ha la sua storia. Io ho fiducia. Ma comunque se vinciamo non siamo salvi e se perdiamo non siamo retrocessi. Ci si salva con la continuità nei risultati, con prestazioni toniche e di qualità”.

E l’Udinese di De Canio se la giocherà davvero la partita con il Napoli. Perchè, al di là degli interpreti, conta l’atteggiamento. Quello che da troppo tempo manca all’Udinese e che il nuovo mister sta cercando di inculcare ai suoi.

In allenamento ripete ossessivamente a tutti ‘Fai gol, fai gol’: il concetto è chiaro, l’intento è quello di spronarli, tenerli vigili. Con i suoi foglietti sempre nella mano sinistra, fa eseguire esercizi basilari, si ripassano i movimenti dell’uno contro uno, gli stop e appoggi, le situazioni di ripartenza per sorprendere l’avversario. E il diktat è sempre lo stesso: palla avanti, ricerca della punta o comunque del compagno in profondità. E anche il trequartista, in mezzo, deve andare a marcare l’avversario. Insomma, basta vedere giocatori fermi ad aspettare la palla: la squadra si deve muovere compatta, con sincronismi perfetti.

E’ vero, se sono le motivazioni che contano, il Napoli non ne ha da meno e anzi, ha un organico da paura.

Ma una cosa è certa: l’Udinese se la giocherà davvero..

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