NEWS

Introiti Champions: un difensore e un attaccante i due tasselli per completare la rosa

Con i soldi della Champions si può completare una squadra impegnata su tutti i fronti. Lasciatevi andare: è un gioco. Come al sabato sera del secolo scorso, quando andavate a giocare la schedina. O come quando c’era Canzonissima e compravate il biglietto della Lotteria Italia. Lasciatevi andare, perché ora che il gioco si sta facendo duro, poi bisognerà seriamente mettersi a pensare e decidere di se stessi, del proprio futuro, d’una strategia ch’è rimasta appesa al destino d’un preliminare e a quella pioggia di danaro che traccia il progetto, stavolta legato – e chi l’avrebbe detto – non all’idea, non alla competenza, non al fiuto dello scouting, alle loro conoscenze, alla capacità di scovare nel mondo un mediano buono (un altro solo) per dare a Benitez una squadra al completo: eh, no, stavolta serve la fata e la ruota della sorte che si ferma proprio lì, sulla ruota di Napoli.

SI COMPRA. Finora è stato un lieve deambulare tra le tenebre, uno stucchevole girovagare intorno ad una sfilata di nomi ch’è divenuta una parata d’illusioni: però, se poi dovessero piovere dal cielo, dal san Mamés o da qualsiasi prodezza balistica quei trenta-trentacinque milioni, c’è bisogno del piano-Champions, che prevede l’allargamento degli orizzonti e pure quelli del Napoli, al quale va concessa consistenza internazionale, andando ad innestare nel terreno fertile arato da Benitez ciò che può tornare utile. Il mediano – e ci mancherebbe – ma va a finire che poi, per riuscire a giocarsela su più fronti, e però senza mai ignorare le necessità del fair play finanziario, bisognerà industriarsi, tirare fuori qualche aggiornamento al data-base di un ds ch’è rimasto impantanato nel vuoto cosmico nel quale sta galleggiando.

IN DIFESA. Con la Champions, è tutta un’altra storia da vivere e da raccontare e magari si può indirizzare una porzione del tesoretto al centrale difensivo da affiancare nel mosaico: ce ne sono quattro – Albiol, Koulibaly, Henrique e Britos – e va detto ch’è una miscela tecnica soddisfacente, perché ci sono due destri e due mancini naturali, c’è struttura fisica ed anche agilità, ci sono margini di crescita in chi è giovane e autorevolezza rassicurante in chi è avanti con l’età e poi c’è anche versatilità. Ma la Champions può reclamare anche quell’esperienza internazionale che, nei fatti, è soltanto di Albiol, mentre un anno fa c’era pure la dose di spregiudicatezza e di personalità di Reina a compensare le disfunzioni.

IN ATTACCO. Poi bisognerà scovare dentro se stessi e capire, perché intanto alle spalle de «el pipita» potrebbe essere rimasto nulla (chi può dirlo?): ed allora servirebbe un centravanti che sappia fare gol, che possa contribuire a dare l’opportunità di sbizzarrirsi con il turn-over, perché le partite ogni quattro giorni (e la norma varrebbe anche con l’Europa League, anche se meno prestigiosa) tolgono energie fisiche e anche mentali. La stagione è comunque lunga, prevede – giova ricordarlo – anche gli impegni delle Nazionali (dove il Napoli concede giocatori in abbondanza in giro per il mondo) che costano sacrifici e condizione atletica: c’è il campionato, c’è la coppa Italia, a dicembre ci sarà pure la finale della supercoppa italiana ma quel che sposta è la differenza tra Champions ed Europa League, due borse, in una delle quali ci sono oltre trenta milioni e nell’altra un «assegnino» da cinque o sei…Sono due dimensioni diverse, nel contesto d’un calendario simile…Ma volete mettere trovarsi con il Superenalotto in tasca, uscendo dal san Mamés…

Corriere dello Sport

Commenti
Segui il canale PianetAzzurro.it su WhatsApp, clicca qui